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Dalla visione alla realtà

II Domenica di Quaresima (anno B)
Mc 9,2-10
II Domenica di Quaresima (anno B)

fr. Renato

«Due anni prima che rendesse lo spirito a Dio, dopo molte e varie fatiche, la Provvidenza divina lo trasse in disparte, e lo condusse su un monte eccelso, chiamato monte della Verna. Qui egli aveva iniziato, secondo il suo solito, a digiunare la quaresima in onore di san Michele arcangelo, quando incominciò a sentirsi inondato da straordinaria dolcezza nella contemplazione, acceso da più viva fiamma di desideri celesti, ricolmo di più ricche elargizioni divine. Si elevava a quelle altezze non come un importuno scrutatore della maestà, che viene oppresso dalla gloria, ma come un servo fedele e prudente, teso alla ricerca del volere di Dio, a cui bramava con sommo ardore di conformarsi in tutto e per tutto» (LMag 13, 1: FF 1223)

Il Vangelo della II Domenica di Quaresima, di questo anno B, è il racconto della Trasfigurazione riportato da Marco nel capitolo 8, versetti da 2 a 10. Questo evento si colloca strategicamente nel contesto del ministero di Gesù, poiché rappresenta un momento di rivelazione straordinaria della sua vera natura divina. La narrazione che ne fa l’evangelista offre diverse chiavi di lettura e spunti di riflessione, che hanno lo scopo di arricchire la nostra comprensione della fede e del nostro cammino spirituale.

La solitudine del monte

Marco inizia il racconto della Trasfigurazione sottolineando il contesto del monte, luogo di solitudine e preghiera. Questo particolare è significativo poiché rappresenta un momento di intimità e separazione dal mondo esterno, dove Gesù può rivelare la sua gloria ai tre discepoli più intimi: Pietro, Giacomo e Giovanni. La scelta di Gesù di ritirarsi su un monte richiama alla mente l'immagine dell'incontro di Mosè con Dio sul Monte Sinai, sottolineando la continuità tra l'Antico e il Nuovo Testamento e l'importanza di questo evento nella storia della salvezza. Ma prima ancora, il monte in quanto luogo elevato (realmente o idealmente), rappresenta l’importanza dell’esperienza spirituale.

La trasfigurazione

L'immagine delle vesti splendenti di bianchezza, che “nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”, sottolinea la realtà divina e richiama anche le profezie dell'Antico Testamento sulle vesti dei giusti nella resurrezione. La presenza di Elia e Mosè, due figure centrali dell’Antico Testamento, sottolinea il compimento delle profezie e l'autorità di Gesù come il Messia promesso e adempimento della legge e dei profeti.

Reazioni dei discepoli

Le reazioni dei discepoli, in particolare di Pietro, riflettono la loro meraviglia e confusione di fronte a questa visione straordinaria, l'incapacità umana di comprendere appieno l'esperienza mistica della Trasfigurazione. Pietro propone di costruire delle tende per commemorare l'evento, desiderando prolungare quella manifestazione divina. Tuttavia, questo momento di entusiasmo è interrotto dalla voce del Padre che proclama Gesù come suo Figlio prediletto, invitando i discepoli ad ascoltarlo, indicando che la vera comprensione di questo evento richiede un atteggiamento di fede e obbedienza.

La Trasfigurazione,  anticipa la gloria futura di Cristo e il suo regno definitivo, e anche, segna un punto di svolta nella vita dei discepoli, che devono ora affrontare la realtà della croce e della risurrezione di Gesù. Questo evento offre loro una visione anticipata della gloria di Dio e della vittoria finale su ogni male. Tuttavia, devono ancora affrontare le sfide e le sofferenze della vita quotidiana, mantenendo viva la fede nella Parola di Gesù e nella sua promessa di risurrezione. Possiamo dire che la reazione di Pietro e la voce di Dio mettono in evidenza la tensione tra la speranza umana di trattenere il divino e la necessità di accettare il piano divino della redenzione attraverso la sofferenza e la morte di Gesù.

Continuità della sequela

Dopo questa esperienza straordinaria, Gesù ritorna con i suoi discepoli sulla strada ordinaria della vita. La loro fede è stata ravvivata e rafforzata, ma devono ancora affrontare la realtà della sofferenza e della morte. Tuttavia, ora sono consapevoli della promessa della risurrezione e della presenza continua di Gesù con loro.

Riflessioni per la nostra vita

  • Gesù ha scelto di ritirarsi su un monte con i tre discepoli. Riconosco e accolgo l’importanza della solitudine per vivere esperienze spirituali?
  • Come trovare equilibrio tra le proprie speranze e desideri umani e la volontà di Dio nella propria vita?
  • In che modo puoi "scendere dal monte" e portare la luce di Cristo nella tua vita quotidiana?

Preghiera

Signore Gesù, nella tua trasfigurazione sul monte hai manifestato la tua gloria divina agli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo. Concedici, o Signore, di contemplare la tua bellezza e di essere trasformati dalla tua luce, affinché possiamo portare la tua presenza radiosa nei nostri cuori e nel mondo. Fa' che, come Pietro, possiamo dire: "Signore, è bello per noi essere qui", e imparare ad ascoltare la tua voce che ci guida sulla via della verità e della vita eterna. Amen.