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La Presenza del Risorto nella quotidianità

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Nel brano del Vangelo di Luca (24,35-48) che racconta l'apparizione di Gesù risorto ai discepoli, colpisce un dettaglio apparentemente marginale ma carico di significato: "Gesù in persona stette in mezzo a loro". L'evangelista non specifica come Gesù sia entrato nella stanza, se attraverso porte chiuse, muri, o manifestandosi improvvisamente. Questa assenza di dettagli ci invita a riflettere sulla natura della presenza del Risorto.

Una presenza reale ma misteriosa

La reazione di turbamento dei discepoli, che pensano di vedere un fantasma, è comprensibile. Eppure Gesù dimostra la concretezza della sua presenza mostrando le mani e i piedi segnati dai chiodi e addirittura mangiando un pezzo di pesce arrostito. Questo gesto semplice e quotidiano stabilisce un legame profondo tra la dimensione trascendente della Risurrezione e la nostra realtà terrena.

Questa scena evangelica riflette ciò che avviene nelle nostre liturgie. Durante la celebrazione eucaristica, infatti, il Risorto "sta in mezzo" all'assemblea. Come ricorda la Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II: "Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche" (SC 7). Ogni liturgia è effettivamente "pasquale" poiché rende presente il mistero della morte e risurrezione di Cristo, anche al di fuori del tempo di Pasqua.

Presenza nonostante noi

Nel brano degli Atti degli Apostoli (3,11-26), emerge un altro aspetto significativo. Di fronte alla guarigione dello storpio, la folla attribuisce il miracolo al potere di Pietro e Giovanni. Gli apostoli chiariscono subito: non è per loro potere o religiosità che quell'uomo cammina, ma per la potenza di Dio. E aggiungono un elemento sorprendente: nonostante il popolo abbia rinnegato Gesù, preferendogli un assassino, "Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti".

Si manifesta qui un tratto essenziale dell'azione divina: Dio opera nella storia nonostante i nostri fallimenti e tradimenti. Il Risorto è presente non in virtù della nostra perfezione, ma per la fedeltà di Dio al suo progetto d'amore.

La quotidianità della presenza

Spesso immaginiamo che la presenza di Dio richieda condizioni particolari, ambienti sacri, preparazioni meticolose. Certamente il rispetto e la cura delle celebrazioni sono importanti, ma il Risorto ci sorprende mostrandosi nelle situazioni più ordinarie, come mentre i discepoli condividono un pasto.

Un invito alla consapevolezza

Se davvero crediamo che il Risorto è presente in mezzo a noi, perché le nostre espressioni e posture non sempre lo manifestano? Forse perché, come i discepoli inizialmente turbati, facciamo fatica a riconoscerlo. O forse perché, abituati a una visione magica o spettacolare del divino, non sappiamo cogliere la sua presenza nella semplicità del quotidiano.

Il Risorto ci mostra le sue ferite, segno delle nostre mancanze, ma anche della sua vittoria. Ci invita a riconoscerlo presente non in un altrove idealizzato, ma nella concretezza della nostra storia, con tutti i suoi limiti e contraddizioni.

La liturgia ci educa gradualmente a questa consapevolezza, aiutandoci a riconoscere che Cristo "sta in mezzo" alla comunità riunita, ma anche nella Parola proclamata, nel Pane spezzato, e nei fratelli con cui condividiamo il cammino.

Il dono pasquale è proprio questo: scoprire che il Risorto abita già la nostra vita, non attende che noi siamo perfetti per farsi presente, ma è già lì, in attesa che i nostri occhi si aprano per riconoscerlo.