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Complementari perché diversi

fr. Valerio Berloffa

Ci chiediamo perché santi così rilevanti e allo stesso tempo così diversi non si celebrino separatamente in due feste distinte. Basta il fatto che siano stati entrambi martirizzati a Roma e probabilmente giustiziati nel medesimo anno (il 67 d.C.)?

Può darsi, ma quello che li lega assieme è soprattutto il fatto che esprimono le due anime complementari della Chiesa: l’autorità ed il carisma.

Pietro

 Gesù disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché
né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli…”

La confessione della fede è la caratteristica distintiva di Simone, per la quale ha ricevuto da Gesù il soprannome di “Pietro” e l’incarico di guidare la Chiesa e confermare i fratelli. Conoscere il mistero dell’identità di Gesù, “figlio del Dio vivente” è infatti cruciale per coloro che sono chiamati a seguirlo come discepoli.

Pietro non è istruito, è un semplice pescatore che sa poco di diplomazia e che nel vangelo interviene a volte a sproposito. E’ un uomo rude e concreto, passionale e testardo. La sua caratteristica principale è la cocciutaggine, che per chi deve guidare con fermezza la Chiesa è una dote cruciale: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…”.

Sembra assurdo che Gesù abbia scelto uno che per ben tre volte lo ha rinnegato. Eppure è proprio questa sua fragilità, riconosciuta e accettata, che lo ha reso strumento adatto a guidare quella che non è la sua, ma la Chiesa di Cristo, l’unico Signore! Gesù glielo farà implicitamente capire quando, dopo la risurrezione, gli chiederà per tre volte – come per tre volte lo aveva rinnegato – “Simone, mi ami?”.

Per questo Pietro ci risulta simpatico: non un eroe da film, ma un uomo reale ed autentico, così simile a noi, impastati delle stesse fragilità e paure. Eppure il rude pescatore di Cafarnao è stato l’unico fra i discepoli a osare sfidare la tempesta e camminare sul mare dietro al Maestro; l’unico a buttarsi ancor vestito in acqua per andare incontro a Gesù che lo aspetta sulla riva.

 Paolo

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”. (II lettura)

Sono parole che sembrano quasi un testamento, perché testimoniano l’adesione incondizionata di Paolo a Cristo, che egli ha servito fedelmente fin dalla sua conversione a Damasco. Sentendosi ormai vicina alla morte, egli vuole ora finire come è vissuto: offrendo la propria vita in sacrificio, come aveva fatto Gesù.

Paolo è così diverso da Pietro: studioso, istruito, battagliero. Il tipico convertito intransigente e fanatico che, divenuto discepolo, diviene un instancabile missionario del Vangelo e un carismatico ed entusiasta strumento dello Spirito Santo. È grazie a lui – non sembri un’affermazione esagerata – se noi, che veniamo dal paganesimo, ora siamo cristiani. Senza di lui infatti il cristianesimo sarebbe forse rimasto un’oscura setta giudaica. Grazie a lui, il muro che separava i Giudei dai pagani è stato abbattuto e la forza del vangelo ha valicato le frontiere di razza, nazionalità e colore.

 Pietro e Paolo, le chiavi dell’autorità e la spada della Parola di Dio. Due figure complementari che non possono essere separate, perché rappresentano due servizi fondamentali nella Chiesa: il servizio dell’autorità e quello del carisma. Nelle poche volte che si sono incontrati, a Gerusalemme ed a Antiochia, nel sostegno reciproco, ma anche nel contrasto, queste due colonne portanti della Chiesa hanno mostrato quanto sia cruciale la cooperazione ed il dialogo fra istituzione e carisma, stabilità e innovazione, tradizione e cambiamenti.

 Sviluppo

 Nel mondo valori, posizioni e gruppi invece di completarsi a vicenda spesso si contrappongono e si scontrano. Al giorno d’oggi poi questo contrasto appare talmente inasprito da spingersi fino all’esclusione reciproca, fino alla guerra aperta. Così l’uomo si contrappone alla donna, il giovane al vecchio, la tradizione alla modernità, l’autorità al carisma., la scienza alla fede.

Questo processo di deterioramento delle relazioni non risparmia neppure la Chiesa, che pur non essendo del mondo, è pur sempre nel mondo. Così le posizioni contrastanti tendono anche nella Chiesa a polarizzarsi ed esacerbarsi a scapito dell’armonia e della comunione.

 Eppure la ricchezza e la vivacità di posizioni differenti ha sempre arricchito lungo i secoli la Chiesa; e questo grazie alla presenza dello Spirito Santo, che suscita la varietà dei carismi per il bene comune. Infatti: “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti” (1Cor 12, 4-6).

 Guai quindi se questo vincolo di carità ed questo legame con l’unico Signore venissero meno! Abbiamo infatti tutti bisogno gli uni degli altri, perché debolezze e punti di forza sono in ognuno di noi.

Infatti, se è vero che Simone aveva rinnegato Gesù e più tardi si è mostrato pavido ed accomodante con l’ala tradizionalista dei giudeo-cristiani, è altrettanto vero che Paolo aveva iniziato perseguitando la Chiesa, e col suo temperamento irruente e determinato a volte non rendeva facile la convivenza nemmeno ai suoi compagni di viaggio, tanto che un Giovanni Marco (l’evangelista Marco) dovette interrompere la sua compagnia durante il secondo viaggio apostolico, e lo stesso Barnaba, pur così maturo e accomodante, trovò a volte difficile la convivenza col focoso convertito di Tarso!

 Eppure Pietro e Paolo, l’autorità ed il carisma, devono coesistere perché necessari l’uno all’altro. Se infatti Paolo sente il bisogno di consultare Pietro “per non correre il rischio di aver corso invano” (Gal 2,2), anche Pietro ha bisogno dell’aperto rimprovero di Paolo per smettere d essere ambiguo e contraddittorio nel suo comportamento:” Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?” (Gal 2,14).

 Pietro e Paolo: uniti nel servizio dell’unica Chiesa con carismi diversi e complementari. Li tiene uniti la stessa passione per Cristo, tanto che entrambi lo seguiranno sino in fondo, sino al sacrificio estremo di sé nel martirio.

 “Urugo rugira babiri
“Ci vogliono due persone perché una capanna stia in piedi!” (Burundi)